a cura di Dott.sa Beltrami Martina – Nutriprof
L’endometriosi, è una patologia diffusa di cui non si parla molto. Provoca dolore cronico durante la mestruazione, la defecazione, la minzione e i rapporti sessuali riducendo fortemente la qualità della vita della donna.
Si tratta di una patologia cronica estrogeno-dipendente in cui le cellule dell’endometrio, il tessuto di cui è rivestito l’utero, si moltiplicano in modo anomalo in organi in cui non dovrebbero trovarsi: ovaie, tube, peritoneo, intestino sono i siti più frequentemente coinvolti.
Lo sfaldamento dell’endometrio in tessuti estranei genera uno stato infiammatorio il cui sintomo principale è il dolore cronico. (1)
Ad oggi l’endometriosi viene trattata con diverse terapie, le principali sono quella farmacologica-ormoni estroprogestinici eprogestinici e antidolorifici e quella chirurgica–laparoscopia diagnostica e operativa, laparatomia con taglio addominale, isterectomia e annessiectomia. (2).
Benchè la causa scatenante non sia correlata all’alimentazione, si è visto come diversi alimenti possano contribuire al perpetuare della patologia favorendo lo stato infiammatorio, stimolando la produzione di prostaglandine pro-infiammatorie (PGE2 e PGF2A) e di estrogeni; viceversa altri alimenti sono in grado di ridurre l’infiammazione migliorando il quadro patologico e sintomatologico della donna.
Si stima che l’Endometriosi colpisca il 10-15% delle donne in età fertile con la massima incidenza tra i 30 e i 40 anni. (3) Un’alimentazione specifica potrebbe ridurre fortemente i sintomi della patologia, in particolare riducendo lo stato infiammatorio e il dolore ad esso o lo sviluppo cellulare estrogeno-dipendente.
La Fibra
Un aumentato consumo di fibre nella dieta aiuta la digestione e il buon funzionamento dell’intestino e determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue con minor impatto sui tessuti estrogeno dipendenti.
Aumentare del 20/30% la fibra presente nei piatti è possibile scegliendo cereali integrali in sostituzione di quelli raffinati, e aumentando il consumo di frutta, verdura e legumi.
Frutta e verdura in particolare sono in grado inoltre di ridurre lo stress ossidativo, considerato ad oggi uno dei possibili fattori implicati nell’insorgenza della patologia.
Omega3
Gli acidi grassi, della serie Omega3, si trovano nell’olio extravergine di oliva, nella frutta secca, nel tonno, nel salmone, nello sgombro, nella trota e nelle alici. Gli Omega3 sono precursori delle prostaglandinte ad attività anti-infiammatoria e in grado di inibire l’acido arachidonico, che porta invece alla produzione di prostaglandine pro-infiammatorie.(4)
Prodotti di origine animale
Latte e derivati, così come la carne, possono contribuire invece alla stimolazione di prostaglandine-infiammatorie (PGE2 e PGF2A) e andrebbero fortemente ridotti.
Alcune carni e alcuni derivati industriali del latte possono contenere inquinanti ambientali che favorirebbero ulteriormente lo stato infiammatorio, inoltre bisogna tenere in considerazione il mangime con cui vengono nutriti gli animali negli allevamenti industriali intensivi, spesso il contenuto degli estrogeni nelle carni è elevato a causa dei mangimi arricchiti di questi ultimi e ne andrebbe quindi ulteriormente limitato il consumo.
Bevande e carboidrati raffinati
Bevande zuccherate, carboidrati raffinati e dolci sono tutti alimenti che stimolano la produzione di molecole pro-infiammatorie; si tratta infatti di alimenti che stimolano la produzione di insulina, che a sua volta induce la liberazione di sostanze pro-infiammatorie dal tesssuto adiposo.
Soia e derivati
Diversi studi hanno indagato il ruolo della soia e dei suoi derivati nello sviluppo e nel mantenimento di patologie estrogeno-dipendenti come l’endometriosi. Tuttavia ancora non è chiaro il loro ruolo, se da una parte i fitoestrogeni sembrerebbero affiancarsi agli estrogeni aumentando gli effetti, dall’altra alcuni recenti studi sembrerebbero modulare proprio la produzione endogena di estrogeni, con un effetto quindi in parte protettivo. (5)
Modificare le proprie abitudini alimentari potrebbe essere una possibile alternativa terapeutica, in grado di migliorare la qualità della vita delle pazienti riducendo la somministrazione di farmaci e il rischio di intervento chirurgico.
Bibliografia
1. “Endometriosis” Bulun, Serdar E.; New England J Med 2009.
2. Winkel CA, Scialli AR, “Medical and surgical therapies for pain associated with endometriosis” J Womens Health Gend Based Med, 2001Mar; 10(2):137-62.
3. Iannella A, Lauletta A “Endometriosi, alimentazione e intolleranze alimentari” Nutrizione Clinica
4. Sears B et al., “Anti-inflammatory nutriotion as a pharmacological approach to treat obesity”. J Obesity 2011; 2011. pii:431985.
5. Effects of soya isoflavones on oestrogen and phytooestrogen metabolism in premenopausal women. Xu X et al. Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention: vol. 7, 1101 – 1108, 1998.